Se mai mi avessero detto dieci anni fa che avrei messo da parte il lavoro da imprenditore così agognato, sognato, desiderato, così fortemente voluto, per fare il consulente ad altri imprenditori, non ci avrei creduto.
Sull’inventarsi di nuovo a cinquant’anni invece non sarò né il primo e nemmeno l’ultimo, anzi direi che gli ultimi vent’anni pregni di cambiamenti e rivoluzioni, così pieni di nuove esperienze, da soli lasciavano ipotizzare che la tendenza personale al movimento, al cambiamento, all’evoluzione sarebbe durata; anche l’economia Italica e il mondo del lavoro sono drammaticamente peggiorati e ormai globalizzazione e flessibilità sono termini all’ordine del giorno, che tradotte in Italiano significano spesso e volentieri, grandi e grosse fregature per i comuni mortali.
Inimmaginabile era anche cosa ho scelto di andare a fare, va bene aiutare gli Imprenditori da consulente aziendale, ma puntare a trasformare le attività in Organizzazioni Positive (Org +) era dura da prevedere.
Si perché la missione che mi sono scelto, in Imprenditore Felice è intrinseca nel suo nome, nomen omen per i latini.
Sì, perché la felicità è una cosa seria, oggetto di seguitissimi corsi universitari a Harvard e Yale, poiché ha la potenzialità di migliorare il mondo, oltre a quella di incrementare le prestazioni personali.
E grazie al Professore Sandro Formica, vero pioniere dell’argomento rientrato dall’insegnamento dagli USA dopo aver conseguito la carta verde per meriti didattici, dall’anno accademico 2019/2020 a Palermo partirà il primo corso sulla scienza della felicità.
Tutti sappiamo nel nostro profondo che in situazione di benessere la nostra resa, qualsiasi sia il nostro lavoro, è sicuramente maggiore confrontata ai momenti di forte stress o di malessere, oggi le nuove scoperte scientifiche ci forniscono prove inconfutabili che le nostre obsolete organizzazioni aziendali se depurate da conflitti inutili, dal cinismo, dalla negatività e dalle demotivazioni, possono volare in ambienti positivi che stimolano il talento, l’efficienza e la creatività, e conseguentemente i risultati economici ne trarranno enormi benefici.
“La Scienza della Felicità” è il termine con il quale a livello accademico si riuniscono tutti i saperi e gli studi che vanno a sostanziare un’informazione molto semplice e dirompente.
La felicità (anche in azienda) è una competenza che si impara e si allena
La felicità non è solo un’emozione, come siamo abituati a pensare, ma è soprattutto una competenza e quindi come tale può essere costruita e allenata.
Le organizzazioni positive sono tutte quelle organizzazioni che hanno capito che esiste una correlazione fortissima tra pratiche positive (gentilezza, rispetto, ascolto), effetti (soddisfazione personale) e comportamenti (fiducia, supporto).
E quindi investono in questa direzione. Costruire ambienti di lavoro e di relazione in cui si mette al centro le Persone e la cultura della positività vuol dire riconoscere a tutti il diritto di fiorire e realizzarsi.
Se queste parole ti toccano, non sei il solo, anzi mi sentirei di dirti che sei sulla strada giusta, dacci un segno di vita perché il mondo del lavoro Italiano ha estremamente bisogno di nuovi manager, imprenditori, quadri, liberi professionisti, artigiani, dipendenti che portino a casa l’energia positività acquisita in ambiente lavorativo, spesso l’esatto contrario di ciò che avviene oggi.
Immagina se ogni bambino, ogni Persona, ogni professionista, ogni azienda, ogni scuola, ogni ospedale, ed anche ogni governo, avesse accesso a giuste informazioni e solidi strumenti per costruire il proprio benessere e la propria felicità?
Siamo programmati per sopravvivere non per essere felici, quindi se vogliamo vivere una vita che valga la vena di essere vissuta, se vogliamo lasciare ai nostri figli un mondo migliore, se vogliamo essere portatori sani di benessere e donatori di felicità e abbondanza, dobbiamo un minimo impegnarsi, a conoscersi e a toglierci quei modelli mentali tipici della società moderna, che ci rendono Persone non soddisfatte, delle relazioni, del lavoro, del tempo dedicato a chi ci vuole bene.
Uno dei pensieri più destabilizzanti è “Prima il dovere e poi il piacere”, quante volte lo abbiamo sentito?
Inesorabilmente porta alla tristezza, perché raggiunto un dovere, poi ce ne sarà subito un altro, e un altro ancora, basta ricordarsi della scuola, una volta ottenuto un buon voto, c’è la vocina interiore, cassa di risonanza di genitori e insegnanti che ti dice “bravo ma potevi fare meglio” “ti potevi impegnare di più, domenica sei stato al cinema invece di studiare”, qualsiasi sia stato il tuo voto, una volta raggiunto si alza l’asticella delle aspettative, non arrivando mai ad apprezzare il risultato raggiunto.
Certo parlare di felicità agli Imprenditori o ai Manager, che gioco forza più concreti di loro non c’è nessuno, è bella tosta, quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare.
Io credo fortemente nella funzione sociale che hanno le Piccole e Medie Imprese Italiane sul territorio, e solo l’idea di poterne aiutare qualcuna mi rende orgoglioso.
Il mio percorso, lungi dall’essere terminato, mi ha portato a lavori improbabili, da dipendente, da agente di commercio, da imprenditore e da consulente aziendale, ho testato su di me quanta carica energetica ti possono fornire le Persone nel successo, nella creazione di aziende e nell’ideazione di progetti innovativi o nello scrivere un libro, e come contro altare quanto male possono fare le delusioni e i fallimenti, la mancanza di risultati e le critiche.
Oggi, che ho capito i miei veri obiettivi, chi voglio essere e cosa voglio fare ho intrapreso una strada che, partendo da dentro, mi sta portando ad imparare a tirare fuori il meglio di me per star bene e far stare bene gli altri, mi sta portando a vivere felicemente.
In fondo come pensiamo di educare, consigliare, curare, fare stare bene gli altri se prima non impariamo a farlo su noi stessi?
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