“Nel bene o nel male purché se ne parli” poteva andare bene nell’Ottocento di Oscar Wilde ma oggi?

La frase è stata presa a modello nel mondo della comunicazione, per giustificare la pubblicità più sguaiata, volgare e aggressiva.

Sia in pubblicità come in politica, basti pensare a cosa dicono e fanno i politici attuali, a volte veri harakiri mediatici preferiti comunque all’anonimato.

Per la comunicazione di azienda nel quasi 2020, non basta certo che se ne parli, se poi se ne parla male addirittura stiamo freschi.

Nell’era delle recensioni tutto il mondo della ricezione, hotel, B&B, ristoranti, ecc… hanno dovuto fare i conti con la forza del cliente, che a suo insindacabile giudizio emettere sentenze anche piuttosto pesanti.

Nelle aziende tradizioni invece può capitare che per un determinato ruolo manchi una figura professionale e magari la ricerca è più lunga del previsto, qualche candidato fissa l’incontro e poi non si presenta, (capita quotidianamente) o addirittura l’azienda cerca di accontentarsi del meno peggio, senza minimamente selezionare talento, predisposizione e esperienza.

Ti sei mai chiesto cosa i tuoi collaboratori pensano e dicono della tua azienda? E di te? Non voglio metterti pulci nell’orecchio, ma qualora ti deludesse il loro pensiero mi sento di dirti che ti capisco benissimo.

La mia esperienza, circa cinque anni fa, una mia dipendente da oltre 10 anni, nonché parente, emise un giudizio sulle mie doti imprenditoriali e sulla mia Persona ad un’altra dipendente, che mi ferì profondamente.

Mi sentivo come pugnalato alle spalle da chi mi era più vicino, da chi avrebbe dovuto avere motivi per difendermi a spada tratta in qualsiasi contesto.

Poi però, mi resi conto che, lo sbaglio lo avevo commesso io, assumendola, no sto scherzando, il mio errore fu, in una fase di crescita abbastanza rapida,  il non prestagli le attenzioni come avevo fatto in precedenza, non renderla partecipe della nuova strategia aziendale, quando prima lo era stata.

Sono sempre stato piuttosto bravo ad esaltare le doti dei miei collaboratori, dico spesso “bravo” e cerco di motivarli, ma capitano momenti dove siamo più assenti, o presi da altre mille cose, (scusa bella e buona) e più inserisci Persone in azienda e più l’importanza dell’attenzione si amplifica e perde valore al tempo stesso.

Si amplifica quando trova risonanza nel gruppo, perde valore quando il gruppo non è coeso ed è un insieme di individualità più che un team.

Per esempio: Azienda con 3 persone in ufficio e 5 in produzione, dal momento che diventano 5 in ufficio e 7 in produzione, la segretaria avrà stretto contatto con te e due colleghe nel primo caso, con te e quattro colleghe nel secondo, annacquando il tuo approccio.

Qualora le linee guida e i valori siano realmente condivisi, la segretaria in questione avrà ridondanza del tuo approccio, amplificandone gli effetti.

Anche per questo è molto importante farsi aiutare nella ricerca delle figure professionali, investire in una buona analisi dei talenti preassunzione previene una marea di problematiche, un amico imprenditore una volta analizzato cinque pretendenti e fidandosi della mia consulenza, (supporta dalla tecnologia) mi confessò un anno dopo che lui non avrebbe preso quella che al momento era diventata la più produttiva e la più allineata alla nuova strategia aziendale, sarebbe stata usando i suoi canoni la seconda o la terza opzione, didendomi: ”se penso a quanti soldi non avrebbe guadagnato l’azienda mi prendono i brividi”.

Ogni modifica degli assetti deve comportare una maggiore attenzione delle dinamiche emozionali dell’azienda.

Quindi ti sto dicendo che quello che dicono di te e dalla tua azienda è il risultato delle tue attenzioni e di quanto sia stato fatto sentire ben voluto e responsabile il collaboratore, sia da te, sia dal quadro e dal dirigente che lo gestiscono.

Quando alle Persone si dà fiducia, nella stragrande maggioranza dei casi si viene ripagati con gli interessi.

Vi faccio un altro esempio, mio figlio sta facendo un tirocinio in un Supermercato di una nota Cooperativa Italiana, dal momento che in cassa arriva un parente è vietato servirlo, ma deve passare alla cassa di un collega.

E’ una regola forse di 40-50 anni fa, rimane il fatto che il messaggio è bruttissimo “l’azienda non si fida dei suoi dipendenti”, ad un cliente sconosciuto dai in mano un lettore e ti fidi che passi tutta la spesa e al tuo dipendente selezionato, formato, non concedi la fiducia per giunta davanti ad un familiare stretto?

Cosa pensi che al passaggio della madre, il parmigiano non passi sul lettore? O hai selezionato una famiglia di ladri e ti devi fare delle grandi domande su chi seleziona, oppure anche un poco di buono non coinvolgerebbe mai un genitore in un’azione illecita sul posto di lavoro.

La prima forma comunicazione è tra soci in caso di società, (soci non allineati uguale società con vita brevissima) subito dopo verso i collaboratori interni e con quelli esterni, poi i clienti ed infine i potenziali tali.

Purtroppo molto spesso si presta più attenzione in maniera diametralmente invertita, prima ai potenziali, poi ai rompiscatole dei clienti, gli agenti di commercio quelle prostitute, i crumiri dei dipendenti e quell’emerito idiota del mio socio. (se hai anche uno di questi credo cedi velocemente l’azienda perché non hai chance, nonostante qualcuno in questi anni ha bilanciato il tuo sabotaggio continuo).

Le aziende che mettono in primo piano il benessere dei collaboratori, che investono in consulenze atte a migliorare i luoghi di lavori, i rapporti interpersonali, la salute, sono le aziende per cui le Persone capaci vogliono lavorare, attirano veri e propri talenti, sul territorio la nomea dell’azienda prende valore e forza, innescando un circolo vizioso di comunicazione positiva che è un vero toccasana per le casse dell’attività.

Ormai anche da noi il Greenwashing è una realtà, il consumatore meno attento si è sempre lasciato fregare, ma sono in netto aumento invece chi si informa seriamente e non si lascia prendere in giro.

Innovare, rimanere al passo con il mondo, capire le nuove dinamiche, guardare avanti ed investire sul benessere dei veri asset aziendali (le Persone) è l’unica strada possibile verso la prosperità di un’azienda.

Comunicare queste caratteristiche è straordinariamente efficace, ma prima vanno attuate.

Cosa penseresti di un’azienda che paga di più i propri collaboratori? (potrebbe +1 e loro far guadagnare l’azienda +5)

Cosa penseresti di un’impresa che diventa Green e spiega i vantaggi della sua scelta?

Cosa penseresti di una società che incentiva il car sharing, uso delle biciclette o noleggia e-bike per i propri collaboratori? (magari alternative all’acquisto di un terreno e costruzione di un bel parcheggio per dipendenti, prova ad immaginare la differenza di investimento e di ritorno comunicativo).

Cosa penseresti di un’azienda che per un proprio collaboratore con un grosso problema di salute concede permessi retribuiti ai colleghi per non fargli mancare il calore umano, o un tirocinio al figlio o un aiuto alla moglie?

Cosa penseresti di un’impresa i cui titolari quando le cose vanno bene riconoscono dei meriti ai propri collaboratori?

Cosa penseresti di una società che offre ai propri collaboratori soluzioni concrete, l’asilo, la mensa a km zero, corsi d’inglese o di sana alimentazione, gite sociali, missioni umanitarie, spettacoli teatrali, eventi sportivi, borse di studio per i figli, ecc…